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La Ville Noire, the Dark Heart of Europe
Charleroi, La Ville Noire (La Città Nera) è una città nei pressi di Bruxelles. E rappresenta l’Europa intera: il collasso della produzione industriale, l’aggravarsi della disoccupazione, l’incremento dell’immigrazione, la diffusione della microcriminalità, la regressione del benessere sociale e la perdita di un’identità condivisa.
Tutto questo fa parte di un viaggio alle radici della mia famiglia, che nel 1956 si è trasferita dall’Italia al distretto di Charleroi per lavorare nell’industria dell’acciaio. Nella terra promessa si sono susseguite due generazioni e nel frattempo tutto è cambiato. A questo punto cruciale in cui i loro impieghi sono scomparsi, molte persone, accomunate dalle stesse possibilità lavorative, si sono ritrovate senza niente da condividere. Oggi il malessere sociale è parte integrante della vita dei cittadini. Le strade, un tempo fiorenti e pulite, appaiono desolate e abbandonate, le fabbriche stanno chiudendo e la vecchia zona industriale è inghiottita dalla vegetazione spontanea. La stessa cosa sta succedendo, su scala più vasta, in tutto il Vecchio Continente. A differenza della maggior parte della storie di questo genere, che tendono a concentrarsi sulla periferia d’Europa, questo progetto invita a puntare lo sguardo sul suo cuore. Ha senso stare insieme, quando la missione iniziale è quasi fallita? Ci sarà data un’altra possibilità? Questa è la domanda per l’Europa. È la domanda per il suo cuore oscuro. L’idea del progetto è nata qualche anno fa. Ciò che mi ha spinto a raccontare questa storia è stata un’indagine sulla mia identità. Sono figlio della stessa cultura che indago. Metà della mia famiglia vive ancora lì e questo spiega l’accesso immediato e privilegiato che ho avuto al mondo catturato dalle mie fotografie. La nostra storia è legata alla Comunità Europea e ai dibattiti politici e sociali che la nascita dell’UE ha portato nelle nostre vite, nei nostri sogni e nelle nostre ambizioni. Volevo parlare di questo tema irritante e spinoso attraverso la vicinanza e la relazione diretta con i luoghi e le persone.
Il progetto si sviluppa su due livelli. Il primo è collegato alla realtà e consiste in un ampio lavoro, frutto di un’indagine lunga e profonda. Il secondo è quello della sublimazione, in cui tutto è condensato e diventa stilizzato. Pubblico e fotografi sono pronti per forme nuove di storytelling, in cui la realtà si fonde con una visione più personale della realtà stessa. Ne La Ville Noire si può trovare una miscela di linguaggi e metalinguaggi. A volte la macchina fotografica è passiva, a volte si fa attiva. A mio avviso non c’è strumento migliore della stilizzazione per descrivere una realtà complessa, per raccontare una storia nascosta nel sottosuolo.
Con le mie fotografie metto a disposizione la mia realtà. E questa realtà non si rivela attraverso un singolo frame, ma nella sequenza di immagini, nel flusso emotivo. Il linguaggio di questo progetto è quello, profondamente radicato nella realtà, della metafora. Al tempo stesso è il linguaggio dell’ambiguità. Non miro a una conclusione, voglio che la gente inizi a porsi delle domande. Questo lavoro conta sull’approccio attivo di chi guarda, non su quello passivo. Chi guarda deve vacillare.
Progetto
La Ville Noire, the Dark Heart of Europe di Giovanni Troilo
Numero foto
24 stampe
Tipo
Colore, su carta su carta Satin CansonPhotographique, montate su dibond
Dimensioni
Guarda la scheda tecnica
Allestimento
Stampe in cornice con ganci ad anello sul retro 2 Pannelli 50×70 (Titolo, Introduzione + biografia autore) di cui viene fornito il testo in inglese e in italiano, se del caso, va stampato ogni volta a proprio carico
Specifiche trasporto:
1 cassa 104x20x74cm
1 cassa 89x48x74cm
2 casse 73x35x63cm